Codice Rosso: Investigazioni difensive

La legge 69 del 19 luglio 2019, definita “Codice Rosso” è una procedura d’urgenza per la repressione e il contrasto della violenza contro le donne.
Il provvedimento è stato approvato nel 2009 e introduce pene più severe per i reati commessi contro le donne, tra cui stalking, violenza domestica e femminicidio.
Questo provvedimento processuale è finalizzato all’attuazione tempestiva dei provvedimenti di tutela per le vittime, in modo da impedire il degenerare di situazioni critiche e di garantire alle vittime l’adozione di provvedimenti “protettivi o di non avvicinamento” nel più breve tempo possibile.

Il Codice Rosso inserisce 4 nuovi reati nel Codice Penale:

  • il delitto di diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti senza il consenso da parte della vittima (il revenge porn, delitto di cui all’art. 612-terp);
  • la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (art. 583-quinquiesp.);
  • il delitto di costrizione o induzione al matrimonio (art. 558-bisp.);
  • il delitto di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (art. 387-bisp.).

Per quanto riguarda l’aspetto sanzionatorio, il Codice Rosso inasprisce i termini precedentemente indicati nel Codice Penale e in più aumenta il lasso temporale entro il quale la persona offesa può sporgere querela (previsto da 6 a 12 mesi), consentendo alle donne vittime di violenza di elaborare il trauma in un tempo più adeguato.

Come funziona il Codice Rosso?

Per farla breve – in questa legge, la parola d’ordine è “immediatezza”!
Questo significa che, qualora una persona si recasse in Questura per denunciare un reato nell’ambito della violenza domestica o di genere, la Polizia dovrà avvisare immediatamente il P.M. (Pubblico Ministero) che a sua volta avrà 3 giorni di tempo per assumere informazioni sulla vicenda, escutere le parti e valutare se vi siano gli estremi per richiedere al Giudice una misura cautelare nei confronti della persona denunciata.
L’immediatezza di questa procedura è necessaria per individuare rapidamente il responsabile del reato che, in base ai riscontri investigativi, potrebbe ricevere una misura restrittiva (ad esempio l’arresto in carcere oppure agli arresti domiciliari).

Le indagini per contrastare e prevenire il femminicidio

Una risorsa importante in risposta alla violenza di genere è il ricorso all’investigatore privato per le indagini preventive, volte a ricercare informazioni e prove indispensabili per accertare un reato o scongiurarlo prima che questo si consumi.
Le prove prodotte dall’investigatore privato sono un supporto indispensabile per il lavoro degli avvocati e delle autorità competenti e possono comprovare, in sede giudiziale, la colpevolezza del responsabile delle violenza subite, quindi favorire il P.M. nella richiesta al Giudice di misure cautelari o restrittive.
Nell’ambito della prevenzione e della lotta alla violenza contro le donne, in qualità di investigatore privato a Roma, posso avere un ruolo determinante perché, attraverso indagini atipiche, svolgo a tutti gli effetti operazioni analoghe a quelle compiute dalla Polizia Giudiziaria, che hanno valore giuridico – Quindi posso ad esempio:

  • accertare e comprovare le azioni di stalking messe in atto da ignoti (e non) ai danni della persona vessata;
  • raccogliere informazioni, trovare prove e testimonianze sulle violenze subite dalla vittima;
  • svolgere pedinamenti ed appostamenti di protezione a tutela dell’incolumità fisica e legale della persona perseguitata;
  • documentare la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla vittima;
  • eseguire indagini OSINT (Open Source Intelligence) per accertare l’esistenza del reato di revenge porn e quindi identificarne gli autori.

È bene ricordare che:
é “violenza contro le donne” ogni atto di violenza fondata sul genere, che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. Con l’espressione “violenza di genere” si indicano, quindi, tutte quelle forme di violenza – da quella psicologica e fisica, a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking, allo stupro fino al femminicidio – che riguardano un vasto numero di persone in base al sesso.
Nota bene: la violenza di genere non è rivolta solo verso le donne e si manifesta in ragione sia dell’orientamento sessuale, sia del sesso, interessando anche gli individui LGTB (donne e uomini omosessuali, bisessuali e transessuali).

Femminicidio: alcuni consigli

Il femminicidio è una forma estrema e inaccettabile di violenza contro le donne e dobbiamo lavorare insieme per prevenirlo e combatterlo. Tuttavia, ci sono alcune cose che puoi fare per proteggerti:

    1. Conosci i segnali di allarme: Una persona violenta si riconosce dai primi gesti, dai primi approcci, impara quindi a riconoscere i segnali di pericolo di un comportamento violento e prendi sempre provvedimenti anche se non ritieni di essere in pericolo.
    2. Fidati del tuo istinto: se qualcosa ti fa sentire a disagio o insicura, ascolta il tuo istinto e prendi provvedimenti per proteggerti.
    3. Non esistono raptus: la violenza è una precisa strategia di relazione che il violento utilizza per dominare il partner, quindi non giustificare mai questi comportamenti.
    4. Crea un piano di sicurezza: prepara un piano per la tua sicurezza, identifica amici e familiari fidati che puoi contattare in caso di necessità e un luogo sicuro dove andare in caso di emergenza.
    5. Considera l’utilizzo di un dispositivo di sicurezza: valuta l’utilizzo di un dispositivo personale di sicurezza come un GPS portatile con tasto SOS (in commercio si trovano orologi e gadget di questo genere).
    6. Raccogli e conserva le prove: per quanto ti è possibile, avere le prove di minacce, stalking o di violenze subite (lettere, biglietti, messaggini telefonici o sui social, etc.), potrebbe facilitare l’attivazione del Codice Rosso.
    7. Contatta un supporto professionale: se ti senti confusa e non sai ancora cosa fare, vai da uno psicologo per ricevere un sostegno e contatta un avvocato per aiutarti a gestire la situazione.
    8. Parla con qualcuno: parla con qualcuno di cui ti fidi, come un amico o un familiare, per chiedere aiuto e supporto.
    9. Denuncia le minacce di violenza: se hai subito minacce, maltrattamenti o violenza, denuncia immediatamente alle autorità competenti chiedendo l’applicazione del Codice Rosso.
    10. NON ACCETTARE MAI L’ULTIMO INCONTRO: SE IL TUO EX PRETENDE ANCORA SPIEGAZIONI E TI PROPONE UN ULTIMO INCONTRO CHIARIFICATORE, NON ACCETTARE! PER STATISTICA, È L’EVENTO PIÙ PERICOLOSO DOVE AVVENGONO AGRESSIONI E OMICIDI.

Ricorda che non sei sola/o perché ci sono persone ed istituzioni disponibili ad aiutarti. Se hai bisogno di una consulenza o comunque di un valido consiglio, non esitare a contattarmi – la dove possibile, per questi casi fornisco servizi pro bono per le persone con situazione economica svantaggiata.

 

 

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